Il missionario italiano Francesco Rossi, durante la sua permanenza nell’Albania del Nord, si cimenta nella meritevole ricerca di raccolta del materiale linguistico che costituisce il Vocabolario italiano-albanese (1866), con il quale intende fornire ai suoi confratelli uno strumento valido alla comprensione di un idioma poco noto. Qualche anno dopo dà alle stampe la versione albanese-italiana (1875). Una attenta valutazione degli italianismi rintracciati nel Rossi porta alla individuazione di due tipologie di entrate: appartengono alla prima i lemmi già attestati nei testi antichi, a partire dal Buzuku fino al Bogdani, di cui il Rossi ripropone spesso una variante formale diatopica, più moderna e più vicina all’originale, da ritenersi anche una prova della dinamicità dell’acquisizione. Ne fanno parte anche le voci del Da Lecce, che quasi sempre coincidono con quelle del Nostro. L’altra tipologia è costituita da un fornito apporto di prime attestazioni, frutto della conoscenza diretta della lingua e del contatto con gli Albanesi, contemplando ambiti d’uso che spaziano dai consolidati, religioso, storico, marinaresco, a quelli più moderni, botanico, zoologico, linguistico, letterario, filosofico, astrologico, gastronomico, per giungere alla denominazione di varie scienze, di oggetti comuni, ecc. Nel presente studio l’accezione unica dei lemmi, poiché identica in entrambe le lingue, non è stata esplicata; si è reso necessario invece il suo inserimento per voci che ne presentano più di una in italiano e che trovano soltanto un parziale accoglimento in albanese, e per le entrate che nei secoli hanno subìto dei cambiamenti semantici di arricchimento o impoverimento rispetto alla prima attestazione. Infine, per non arrogarsi il merito del lavoro degli albanologi, da Miklosich e Meyer a Helbig, Çabej ecc., si è ritenuto doveroso distinguere i lemmi da loro già individuati da quelli rinvenuti negli studi recentissimi sugli Italianismi nella lingua albanese. Lo standard accoglie il 55% delle nuove entrate del Rossi.
Gli italianismi nei vocabolari di Francesco Rossi / Dashi, Brunilda. - STAMPA. - (2015), pp. 99-114. (Intervento presentato al convegno La lingua italiana in Albania tra passato e futuro tenutosi a Tirane).
Gli italianismi nei vocabolari di Francesco Rossi
Brunilda Dashi
2015
Abstract
Il missionario italiano Francesco Rossi, durante la sua permanenza nell’Albania del Nord, si cimenta nella meritevole ricerca di raccolta del materiale linguistico che costituisce il Vocabolario italiano-albanese (1866), con il quale intende fornire ai suoi confratelli uno strumento valido alla comprensione di un idioma poco noto. Qualche anno dopo dà alle stampe la versione albanese-italiana (1875). Una attenta valutazione degli italianismi rintracciati nel Rossi porta alla individuazione di due tipologie di entrate: appartengono alla prima i lemmi già attestati nei testi antichi, a partire dal Buzuku fino al Bogdani, di cui il Rossi ripropone spesso una variante formale diatopica, più moderna e più vicina all’originale, da ritenersi anche una prova della dinamicità dell’acquisizione. Ne fanno parte anche le voci del Da Lecce, che quasi sempre coincidono con quelle del Nostro. L’altra tipologia è costituita da un fornito apporto di prime attestazioni, frutto della conoscenza diretta della lingua e del contatto con gli Albanesi, contemplando ambiti d’uso che spaziano dai consolidati, religioso, storico, marinaresco, a quelli più moderni, botanico, zoologico, linguistico, letterario, filosofico, astrologico, gastronomico, per giungere alla denominazione di varie scienze, di oggetti comuni, ecc. Nel presente studio l’accezione unica dei lemmi, poiché identica in entrambe le lingue, non è stata esplicata; si è reso necessario invece il suo inserimento per voci che ne presentano più di una in italiano e che trovano soltanto un parziale accoglimento in albanese, e per le entrate che nei secoli hanno subìto dei cambiamenti semantici di arricchimento o impoverimento rispetto alla prima attestazione. Infine, per non arrogarsi il merito del lavoro degli albanologi, da Miklosich e Meyer a Helbig, Çabej ecc., si è ritenuto doveroso distinguere i lemmi da loro già individuati da quelli rinvenuti negli studi recentissimi sugli Italianismi nella lingua albanese. Lo standard accoglie il 55% delle nuove entrate del Rossi.File | Dimensione | Formato | |
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